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La rivista aziendale interna di Freudenberg Sealing Technologies
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  • Sostenibilità

La strada per la neutralità climatica

  • 14. Marzo 2022
  • 6 minuti di lettura

Per il 2025, il Gruppo Freudenberg si è posto come obiettivo quello di ridurre le emissioni di CO2 del 25 % rispetto al 2020, Freudenberg Sealing Technologies (FST) addirittura del 30 %. Entro il 2045, il gruppo ­Freudenberg intende essere clima-neutrale a tutti gli effetti. La domanda è come, e in quali campi d’azione, Freudenberg intenda raggiungere questi suoi ambiziosi obiettivi. La redazione di Sealing World ne ha parlato con Vicky Jandreau, Senior Vice President Lean/GROWTTH & Sustainability.

Vicky Jandreau

… è Senior Vice President Lean/GROWTTH & Sustainability di Freudenberg Sealing ­Technologies (FST). Con oltre trent’anni anni d’esperienza nella produzione, Jandreau è specializzata nell’implementazione dei sistemi Lean e nel miglioramento continuo. Da anni, Jandreau guida la comunità Lean/GROWTTH di FST e, dal settembre 2021, è anche responsabile del settore Sostenibilità.

Signora Jandreau, per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, il Gruppo Freudenberg si è concentrato soprattutto su cinque diversi campi d’azione, ossia materiali, energia, ­emissioni, rifiuti e acqua. In che modo riuscirà FST a ridurre le proprie emissioni di CO2 del 30 % entro il 2025?

Definiamo più aspetti di massima importanza, ad esempio stiamo cercando di utilizzare meno vettori energetici fossili. Identifichiamo le unità maggiormente energivore e che generano più emissioni, dopodiché cerchiamo di ridurne i consumi. Effettuiamo audit interni e aumentiamo la nostra efficienza energetica con l’ausilio del progetto “Be Energy Efficient”, il cosiddetto BEE. Stiamo anche indagando per capire dove possiamo implementare maggiormente l’elettrificazione e come utilizzare meno combustibili fossili, come il petrolio o il gas, per il riscaldamento o in produzione. Dobbiamo essere più attenti anche all’utilizzo dell’acqua, quindi, da un lato, consumarne di meno e, dall’altro, assicurarci che non venga contaminata da sostanze inquinanti.
Stiamo anche verificando dove e in che misura potremmo acquistare energia verde, vale a dire da produttori che si affidano a tecnologie pulite e rigenerative come l’energia idroelettrica, eolica e solare. Allo stesso tempo riduciamo attivamente il nostro consumo energetico complessivo.
Per ultimo, ma non per importanza, stiamo definendo metodi idonei per evitare, o almeno ridurre, gli scarti e gli sprechi trasversalmente a tutte le nostre catene di processo, a partire dai materiali, adottando nuove tecnologie e processi di produzione più efficienti per evitare che materie prime preziose finiscano nel bidone della spazzatura. Questo vale anche per i materiali d’imballaggio o le sostanze chimiche, ad esempio quelle che utilizziamo negli impianti di fosfatazione. Anche in questo caso, si possono quantomeno ridurre le quantità di scarti adottando tecnologie intelligenti come gli evaporatori.

E cosa accade se questo non basta?

Una volta esaurite tutte queste risorse, come ultima ratio dovremo acquistare certificati. Ad oggi, però, abbiamo già elettrificato l’85 % dei nostri impianti e processi e, anche grazie al supporto della casa madre Freudenberg & Co., stiamo preparando la strada per riuscire ad acquistare in maggior parte elettricità verde. Adesso dobbiamo “solo” continuare a ridurre ulteriormente i consumi.

Ritiene che l’obiettivo del “30 % entro il 2025” sia troppo ambizioso?

L’obiettivo è atletico, ma credo sia fattibile.

Come si calcolano le cifre?

Attualmente stiamo prendendo in esame le nostre bollette dell’energia elettrica. Controlliamo, ad esempio, quanto abbiamo utilizzato nell’anno base 2020, da che fonte proveniva l’energia e quanto costava. Naturalmente, per poter effettuare i confronti del prima e dopo, l’importante è potere accedere a una buona base dati presso tutti gli stabilimenti. Non è ancora così ovunque. Inoltre, dobbiamo definire indicatori per tutti e cinque gli elementi di sostenibilità, in modo da essere comparabili uno con l’altro. Entro il 2025, le cifre del 2020 dovranno essere ridotte del 30 per cento. I risparmi più significativi li prevediamo, da un lato, riducendo i consumi e, dall’altro, acquistando energia verde. C’è ancora molto da fare.

Dovete calcolare tutto manualmente o esistono dei programmi appositi?

Attualmente, Freudenberg & Co. sta installando il programma Enablon che permette di redigere un report della CO2. A partire da febbraio, tutti i nostri stabilimenti utilizzeranno questo programma per misurare e monitorare i propri consumi.

Adottate metodi Lean per migliorare i consumi di energia?

Sì, incoraggiamo gli stabilimenti ad implementare l’intera gamma di metodi Lean. In parole povere: gli sprechi sono sprechi, ma, se li riduciamo, conseguendo miglioramenti dal punto di vista dell’efficienza dei processi operativi e amministrativi, allora otterremo anche un impatto positivo sulla nostra impronta di carbonio. Ancora una volta, è fondamentale avere dati, cifre e fatti a cui potere accedere senza problemi. Si può migliorare solo ciò che possiamo anche misurare.

Esistono stabilimenti FST già particolarmente avanzati in termini di sostenibilità?

I team GROWTTH hanno avuto colloqui con tantissimi stabilimenti di tutto il mondo per discutere e capire quali sono le loro priorità e i loro progetti passati e odierni. La risposta è stata estremamente positiva. In seguito alla legislazione europea, negli ultimi cinque anni gli stabilimenti tedeschi si sono evoluti in maniera estremamente positiva. Stabilimenti come quelli di Oberwihl e Reichelsheim si sono posti come obiettivo il raggiungimento della neutralità climatica nei prossimi anni. Anche negli Stati Uniti, molti dei nostri stabilimenti si sono concentrati sulla riduzione dei consumi energetici e dei rifiuti. Il Manufacturing Technology Center di Northfield in New Hampshire, ad esempio, dispone di esperti altamente dediti all’obiettivo e pronti ad assistere anche altri stabilimenti in questo senso.
Da trent’anni ci concentriamo sull’eliminazione degli sprechi con GROWTTH e altri metodi di miglioramento continuo. Questo, e il nostro spirito innovativo, sono elementi fondamentali con cui integriamo la sostenibilità nella nostra cultura attuale. Ed è proprio quello che stiamo facendo con grande impegno.

Quali sono i progetti iniziati da FST per raggiungere l’obiettivo del 30 % entro il 2025?

In elenco abbiamo un totale di centocinquanta progetti, quindici sono più complessi degli altri. L’implementazione del programma Enablon è uno, come pure i futuri audit energetici. Per riuscire nell’impresa dobbiamo definire standard di qualità e HSE adeguati.
Un altro argomento importante è la collaborazione con il team commerciale. Dobbiamo sapere e capire quali sono le aspettative dei nostri clienti, perché anche loro hanno grande interesse a ridurre la propria impronta. Inoltre, è molto importante migliorare la comunicazione e posizionarci come precursori di metodologie volte a raggiungere la neutralità carbonica.

Significa, quindi, che i nostri sforzi per raggiungere una maggiore sostenibilità saranno sostenibili nel senso di duraturi?

Assolutamente. Puntiamo su uno sviluppo sostenibile continuo. Questo è importante per salvaguardare anche le generazioni che verranno dopo di noi lasciando loro un pianeta vivibile.
Per essere sicuri di raggiungere il nostro obiettivo verso la neutralità climatica, stiamo lavorando con i nostri dipendenti allo sviluppo di misure volte a ridurre il nostro consumo energetico e le emissioni di CO2 e a produrre meno rifiuti. Formeremo tutti i dipendenti in modo che ognuno di loro sia motivato ad agire in modo responsabile e ad impegnarsi con dedizione. A tal fine, non utilizziamo solo i nostri collaudati metodi GROWTTH per il miglioramento continuo, ma, come detto prima, anche quelli servono per raggiungere la sostenibilità.
Stiamo anche dando vita ad una stretta collaborazione collegiale con il settore Technology & Innovation. In questo modo intendiamo garantire che tutti i prodotti e i processi, sia esistenti che nuovi, siano progettati con il fine di mantenere bassa la nostra impronta di carbonio e consentire anche ai nostri clienti di limitare al massimo anche la propria con i nostri prodotti.

Le devastanti catastrofi naturali degli ultimi tempi, inondazioni, incendi boschivi e cicloni, hanno attirato l’attenzione della gente sul cambiamento climatico in tutto il mondo inducendo molti a cambiare opinione.

Data la crescente rilevanza dell’argomento, per Freudenberg è importantissimo approcciarsi in modo sistematico, non solo per affermarsi sul mercato, ma anche per soddisfare i requisiti normativi, gli aspetti di sicurezza del prodotto e i requisiti dei clienti in merito ai prodotti. A parte questo, per l’azienda è fondamentale proporre un portfolio “sostenibile” se vuole conquistare nuovi mercati.

Per il 2025, il Gruppo Freudenberg si è posto l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 25 % rispetto al 2020, Freudenberg Sealing Technologies (FST) addirittura del 30 %. Entro il 2045, il gruppo intende raggiungere la neutralità climatica. Con tutto il lavoro svolto e l’impegno dimostrato finora, FST vuole, da un lato, ridurre la propria impronta di carbonio, e, dall’altro, permettere ai propri clienti di ridurre anche la propria assistendoli con soluzioni adeguate.

I CINQUE CAMPI D’AZIONE DI FST SULLA STRADA PER LA NEUTRALITÀ CARBONICA

Materiali
• Efficienza dei materiali
• Materiali succedanei riciclati e rinnovabili

Scarti
• Gestione degli scarti

Acqua
• Inquinamento idrico
• Consumo di acqua

Emissioni
• Inquinamento atmosferico/emissioni

Energia
• Efficienza energetica
• Energia rinnovabile

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