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Mann mit digitaler Vorrichtung
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  • Global

Modernizzare, standardizzare, digitalizzare

  • 7. Settembre 2022
  • 4 minuti di lettura

Il programma globale “Ready” crea le basi nella tecnologia informatica (IT) per le attività dedicate alla digitalizzazione di Freudenberg Sealing Technologies (FST). Gli stabilimenti saranno messi in condizioni di approcciare i progetti di digitalizzazione in modo attivo.

A cosa serve la tecnica digitale più avanzata, come un visore (HoloLens), scanner portatili wireless, robot di trasporto autonomi, un sistema di gestione produttiva (MES), se poi in loco in officina mancano una rete WLAN veloce, la necessaria struttura di rete e un numero sufficiente di connessioni di rete? Proprio per questo, il primo dei quattro moduli di una nuova iniziativa globale a supporto degli obiettivi aziendali nel settore della digitalizzazione si chiama “Ready to Connect”. “L’infrastruttura di base deve essere adatta affinché possiamo collegare le macchine in una rete digitale e implementare tecnologie avanzate”, riassume il responsabile di progetto Christian Hense. In sunto: L’infrastruttura informatica è il biglietto d’ingresso, l’apripista, quella che rende possibile la digitalizzazione.

Con il programma lanciato a febbraio, l’organizzazione IT (CPIM) di FST prende saldamente in mano il timone. “L’anno scorso ci sono pervenute tantissime domande sull’espansione della rete WLAN, sull’aumento della larghezza di banda, sull’utilizzo di tools in produzione. Molti stabilimenti volevano realizzare puntualmente i loro progetti di digitalizzazione, quasi nessuno aveva tempo. La montagna di richieste da evadere diventava sempre più alta. Non riuscivamo a tenere il passo, eravamo strapieni. Nonostante l’incredibile sforzo, non riuscivamo sempre ad avere una visione olistica delle richieste e, alla fine, non abbiamo accontentato nessuno, né i nostri dipendenti IT, né gli stabilimenti. Siamo cambiati e, adesso, creiamo soluzioni tutte nostre, definiamo un’infrastruttura target al passo con i tempi e procediamo in modo chiaramente strutturato”, riferisce Hense.

Christian Hense ha dato vita al progetto globale “Ready”.

Ready

Con il progetto “Ready”, FST lavora secondo il metodo di gestione dei progetti Agile in sprint (tranche) di rispettivamente un mese. “Dopo l’inizio a febbraio, abbiamo creato le basi e adesso stiamo già pianificando i primi progetti pilota nei singoli temi di progetto ‘Ready to Connect’ (direzione: Brian Staples), ‘Ready to Innovate’ (Dominik Bihn) e ‘Ready to Operate’ (Jeff Davey). Saremo sicuramente impegnati con la realizzazione della nostra visione per altri tre anni”, prevede Christian Hense, che ha dato vita al progetto globale restandone alla guida insieme a Jannik Ritter fino al suo passaggio a responsabile del reparto IT della nuova divisione Freudenberg ‘Freudenberg e-Power Systems’.

Pronti per la digitalizzazione

Il progetto “Ready” è la forza motrice. La sua domanda di fondo è: come possiamo rendere tutti gli stabilimenti di FST pronti e preparati per la digitalizzazione? Una risposta: FST definisce standard informatici globali per le esigenze del futuro. “Non vogliamo più solo soluzioni isolate, bensì creare le premesse per la digitalizzazione in modo capillare e sistematico”, spiega Hense. Questo richiede investimenti significativi, approvati nel gennaio 2022 dal Board of Management.

Ma non si tratta solo di realizzare una fabbrica interconnessa. Nel corso della digitalizzazione si creano dati e la necessità di soluzioni informatiche che consentano di imparare da tali dati, di semplificare i processi e di generare conoscenza. Le premesse vengono create nel progetto parziale “Ready to Innovate”. In veste di “Citizen Developer”, ossia utenti che conoscono bene l’informatica ma non sono programmatori professionisti, i dipendenti dei vari stabilimenti FST possono ottenere un insieme di strumenti con cui, loro stessi, possono sviluppare applicazioni mirate per il proprio stabilimento. L’aspetto fondamentale in tutto questo è che è prescritto un panorama di sviluppo software unificato per tutti gli stabilimenti, la Microsoft Power Platform, entro il quale, però, gli stabilimenti possono “muoversi” liberamente, con soluzioni personalizzate specifiche per i diversi settori. Per le loro applicazioni ricevono licenze, memoria, assistenza professionale e corsi di formazione dal CPIM. “I dipendenti possono discutere con noi le loro idee e chiedere di una consulenza mirata. Per farlo devono semplicemente prenotare un appuntamento online sul nostro sito web. È semplice come prenotare online un tavolo in un ristorante o un appuntamento dal parrucchiere. Per questi servizi di consulenza teniamo a disposizione capacità di personale”, così Hense descrive una delle novità. Se non è disponibile il know-how necessario in loco o le soluzioni sono troppo complesse, vengono interpellati team di sviluppatori professionisti.

L’informatica deve essere stabile come una macchina

Il terzo modulo del progetto “Ready” si occupa dell’implementazione delle tecnologie informatiche nelle fabbriche. “Prima, noi dell’informatica non avevamo quasi a che fare con la produzione. Se vogliamo esagerare, il produttore forniva la macchina che, a sua volta, veniva controllata da un computer. Di queste soluzioni isolate si occupava il produttore della macchina”, ricorda Hense. Nell’epoca della fabbrica interconnessa (“Connected ­Factory”), in cui le macchine comunicano tra loro, si producono e si analizzano ininterrottamente dati che, poi, vengono trasmessi agli operai sotto forma di raccomandazioni d’azione o avvertenze, l’informatica gioca un ruolo completamente diverso. L’informatica deve essere altrettanto stabile quanto la macchina di produzione.

Questi nuovi effetti e correlazioni nelle fabbriche devono essere compresi correttamente dagli specialisti informatici. “La produzione non deve essere una scatola nera per noi. Ci serve trasparenza”, dice Hense. Il CPIM, quindi, deve rendersi “Ready to Operate”, così si chiama il terzo progetto parziale. Deve trovare modi adatti a garantire il perfetto funzionamento dei sistemi critici, a far sì che, per macchine e sensori che funzionano 24 ore su 24 e controllano i processi, sia sempre disponibile un soccorso d’emergenza anche alle due di notte.

Ma i guasti possono essere causati anche da fattori esterni. Per questo la sicurezza informatica (Cyber Defense) rappresenta un aspetto importante nel progetto e nel suo quarto modulo.

Insomma, nel progetto “Ready” tutto gira intorno alla creazione di una base solida per la digitalizzazione di FST. Per raggiungere l’obiettivo occorre un panorama informatico altamente prestazionale in cui le unità locali e le funzioni centralizzate sviluppano e implementano insieme soluzioni sicure per promuovere le innovazioni ed essere competitivi.

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